di
Luca Fornaciari

[CINEMA] Franklyn - Recensione

Quattro vite, quattro personaggi, quattro vicende: miscelate tra due mondi distinti.
Il mondo reale, quello che tutti conosciamo, e il mondo di Città di Mezzo: dove ogni cittadino deve professare una religione per legge e dove i non credenti vengono rinchiusi in buie prigioni.

I quattro personaggi:
  • Preest: un vigilante in cerca di vendetta, per una bambina che nonostante tutti i suoi sforzi non è riuscito a salvare dalle mani di un uomo crudele che le ha, infine, strappato la vita. Un vendicatore mascherato, ma anche l'unico non credente di Città di Mezzo.
  • Esser: un anziano uomo (nel mondo reale) in cerca del figlio scomparso: non si da per vinto, seguendo le sue tracce in un mondo di personaggi che lo spettatore ha già incontrato prima, anche se non ha ancora capito bene sotto quale veste.
  • Milo: un ragazzo dal cuore infranto (nel mondo reale) alla disperata ricerca di un vecchio amore d'infanzia.
  • Emilia: una giovane ragazza dalle mille doti artistiche, ma anche con pesanti crisi depressive che la costringono a farsi del male in modi sempre diversi.
Non temete: se non avete capito assolutamente nulla di quello che ho scritto, significa che è tutto regolare. Se ne siete rimasti incuriositi significa allora che dovreste prenotare un posto al cinema e andare a vedere Franklyn, prima che la proiezione venga tolta.

Le frasi confuse qui sopra non sono altro che una breve introduzione alla trama del film che, semplificata al massimo, segue quattro vicende interpretate da quattro diversi protagonisti. L'ulteriore difficoltà è resa dalla presenza di due mondi distinti: una continua alternanza cioè tra il mondo reale e il mondo di Città di Mezzo (tetra, arretrata e cupa metropoli gotica, del tutto surreale), e dalla presenza degli stessi personaggi (sotto diverse vesti) in entrambe le ambientazioni.

Non voglio svelarvi oltre la trama, perchè se vi ha incuriosito la metà di quanto vorrei, allora vi consiglio davvero di andare a vederlo al cinema.

Franklyn è un noir in pieno stile gotico: questa bizzarra, e allo stesso tempo affascinante, scelta artistica è interrotta di tanto in tanto dalle vicende narrate nel mondo reale. La parte che mi ha affascinato di più è appunto quella tetra, cupa e caotica narrante gli eventi di Città di Mezzo: un'arretrata metropoli dove la caratteristica bizzarra è un'imposizione per legge di credere in una religione. Ecco così che ogni abitante è abilitato a fondare una propria religione e a registrarla, in modo tale da essere in regola con la legge.
Città di Mezzo, nonostante l'arte gotica, richiama molto contenuti cyberpunk, condividendo elementi in comunque con gli esponenti più famosi di questo secondo famoso genere: un caos completo di religioni, persone, etnie e tecnologie.

A proposito dei lati tecnici del film, nulla da criticare alle scelte del regista e alle sue doti messe ben in mostra con un piano sequenza interessante e non banale. Se il ritmo del film è a volte eccessivamente lento, le interpretazioni degli attori sono ben al di sopra delle aspettative, con particolare attenzione all'interpretazione davvero notevole di Eva Green. La trama decisamente originale, è ben architettata e resa e rivelata a piccole dosi durante tutto l'arco narrativo.

Con un finale che lascia ampio spazio alla libera interpretazione, pur svelando gran parte degli enigmi dello spettatore, Franklyn si aggiudica un buon voto per il discreto tentativo di mettersi all'ombra dei grandi classici del noir e del cyberpunk, primo fra tutti certamente Blade Runner.
Voto: 7

1 comments:

GIAN said...

non riesco a decifrare il finale, anche dopo averci un po' riflettuto, quindi non riesco a dare un giudizio definitivo... cmq a me è abbastanza piaciuto, anche se ho trovato un po' altalenante il ritmo narrativo: scene d'azione-scene tipo film francese lentissimo-scene d'azione...