di
Luca Fornaciari

[CINEMA] Baarìa

Dalla collaborazione con Paper Street:

Baarìa
di Paolo Bassani


Per Giuseppe Tornatore, "Baarìa" rappresenta un rischio di notevoli proporzioni. D´immagine, economico, di popolarità, di considerazione. Non è sbagliato ammettere che con questa sua nuova megaproduzione (un kolossal lo chiamano alcuni, di sicuro lo è per gli standard europei) il 54enne regista siciliano di "Malèna" e "La leggenda del pianista sull´oceano" si giochi davvero una carta decisiva che probabilmente segnerà un passo importante per la sua carriera, rilanciandolo nel firmamento del cinema d´autore internazionale o circoscrivendolo definitivamente al solo panorama nostrano. "Baarìa", antico nome di Bagheria, è la cittadina in cui il regista è nato e in cui è ambientata un´infinita epopea che attraversa l´intero Novecento raccontando della storia d´amore tra Giuseppe, funzionario del PCI, e Mannina, con uno sfondo fatto di piccolezze come le Guerre Mondiali e i cambiamenti politici del Belpaese. Se i due interpreti principali sono sconosciuti e al loro debutto, Tornatore può però contare su uno stuolo di decine di caratteristi molto famosi che hanno accettato di apparire anche in brevissimi ruoli: da Placido alla Bellucci, da LoVerso a LoCascio, da Bova a Frassica, passando per Ficarra e Picone, Laura Chiatti e un inedito Aldo (senza Giovanni e Giacomo) Baglio. Medusa, che ha interamente finanziato il progetto stanziando un budget di 20 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i costi di promozione, deve sicuramente aver messo in preventivo la scarsa possibilità di recuperarli tutti con le sole entrate del box-office. Non solo infatti gli ultimi film di Tornatore, in Italia, hanno avuto scarso consenso di pubblico, ma una storia talmente "meridionale" come questa faticherà enormemente ad accaparrarsi l´attenzione dell´intera fascia settentrionale italiana, seppur il regista abbia rassicurato sul fatto che in tutto il Paese, Sicilia esclusa, il film uscirà doppiato in italiano corrente. E il mercato internazionale non può certo garantire alcunchè:: se in Europa il film non avrà difficoltà ad essere venduto, ma porterà solo spiccioli che serviranno giusto a coprire le spese, negli Stati Uniti Tornatore non riuscì ad incassare una cifra accettabile neppure supportato dai Weinstein, che regalarono anche due nomination all´Oscar al suo "Malèna", il quale però si fermò a 3 miseri milioni di dollari. Oggi che "quei" Weinstein non esistono più, difficilmente un distributore oltreoceanico si prenderà il rischio di abbracciare un progetto e una storia che difficilmente potrà garantirgli un minimo utile. Tutto quello che dobbiamo sperare, per orgoglio nazionale, è insomma che l´alta qualità della pellicola lo faccia camminare con le proprie gambe, come successe a "Gomorra" (che ha raggiunto i 35 milioni di dollari nel mondo). La presentazione veneziana in pompa magna, dove aprirà la Mostra, oltre a garantire una sublime promozione gratuita al film (che sarà nelle sale una ventina di giorni dopo) dovrebbe garantirgli la giusta spinta iniziale sul mercato. Da lì in poi il passaparola farà il resto. Di certo la durata (2 ore e 30 minuti) non aiuterà, ma la maestria registica di Tornatore e il suo ampio respiro cinematografico, attualmente unico in Italia, difficilmente passeranno inosservati.

Tratto da Paper Street

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