di
Luca Fornaciari

[IL COMICO] La feroce dittatura del software

Lavorare, divertirsi, giocare, vivere o sopravvivere con il software close-source non è una cosa facile. Sicuramente non dopo aver provato le gioie infinite di una sana e pulita programmazione aperta e cooperativa che solo l'open-source può dare. Per molte persone questo non è un problema da porsi. Tutti coloro che lavorano su piattaforme Microsoft con programmi Microsoft o affini e non hanno mai visto una sola riga di programma aperto sicuramente già al primo capoverso si saranno detti: "Embè, a me che mi frega?"
Ok, cerchiamo di arrivare al punto; non sono qui per dire cosa sia meglio: open o close... Anzi, meglio! Non parlerò nemmeno di licenze, Linux, GPL, etc... Parlerò invece dei due prodotti commerciali più famosi al mondo e da sempre in lotta tra loro: Apple e Microsoft. La mia premessa sull'open-source risulta quindi fondamentale nell'economia del discorso, dato che intendo sostenere che entrambi i mondi, quello di Redmond e quello di Cupertino, nascondono tra le pieghe del loro codice non rivelato due spietate dittature della mente, che imbrigliano la creatività dei programmatori e degli sviluppatori. Ma c'è una profonda differenza tra Apple e Microsoft, e per illustrare questa evidente dicotomia, mi servirò di due semplici ed efficaci metafore.


Il Grande Fratello di Redmond - Benvenuti nel Ministero dello Schermo Blu

Immaginate grandi pellicole distopiche come Brazil, fumetti come V per Vendetta, oppure libri come 1984 e tutto il sottobosco della fantascienza post-apocalittica; riuscite a rivedere con la mente quei mondi schiacciati da dittature immortali, dove regnano Partiti onnipotenti che pongono veti e controlli ovunque (Palladium docet!), e dove la burocrazia tentacolare strangola i poveri cittadini/utenti incapaci di ogni possibile ribellione. Se riuscite a vedere tutto questo, avrete la stessa immagine che ho io di Windows (in particolare, Vista).
Un sistema lento e pesante, macchinoso, rugginoso e pieno di controlli a volte inutili, facilmente violabile dall'esterno da una silenziosa resistenza che distrugge i vostri muri di difesa senza fare troppa fatica, mentre voi state ancora lì ad autorizzare l'esecuzione del vostro programma preferito. Un sistema che non sa gestire efficientemente la propria struttura, sprecando risorse hardware per mantenere alta la sua propaganda (il luccichio pomposo delle finestre di Vista), e bruciando quella RAM preziosa che voi utilizzereste in altro modo, costringendovi a sacrificare denari per avere più potenza! Vogliamo poi parlare dei controlli paranoici e virulenti che compaiono nel caso voi non eseguiate gli ordini del Partito di Redmond, come la Windows Genuine Activation, la gogna digitale dei sovversivi. Infine, volete navigare in rete? E' possibile, ma bisogna utilizzare Internet Explorer (almeno la prima volta!), l'unico mezzo di trasporto fornito gentilmente dal Partito. E ricordatevi di attivare gli ActiveX, compagni!
Insomma, Windows appare proprio come la dittatura di Brazil, o di 1984... onnipresente e onnipotente, facile da eludere se si conosce bene il gioco, ma in cui molti sono sopraffatti dalla sua rigida architettura.


Gli Eloi di Cupertino - L'utopia imperfetta della Grande Mela Morsicata

Ricordate la pubblicità del Mac del 1984? "Macintosh... l'anno 1984 non sarà come 1984." E' andata davvero così?
Usare un Mac, un iPod, un iPhone o una AppleTV è come vivere nella società perfetta e paradisiaca degli Eloi, il popolo del futuro dal romanzo La macchina del tempo di Wells. Ci si sente come Logan 5 de La fuga di Logan, oppure come i protagonisti del recente film The Island. Tutti belli, giovani, perfetti e vestiti di bianco e con l'iPod in mano. Apparentemente ogni cosa funziona alla perfezione, niente si blocca e i device si configurano automaticamente. Il servizio di assistenza hardware/software è cordiale e tempestivo. Ascoltare musica o guardare film è semplice ed intuitivo, la massima compatibilità è sempre garantita, e la qualità è alta. Nessuno schermo blu e nessun controllo, nettare e ambrosia scorrono a fiumi... ma se io volessi cibarmi di altro? Quale mondo viene celato dall'impenetrabile cupola dell'iTunes Store? Posso installare un software non approvato da Apple nel mio iPhone, o verrò bandito dagli Eloi? Posso distribuire un'applicazione in un altro posto diverso dall'App Store? Mentre te ne stai comodamente seduto sulla tua iPoltrona e poni queste domande al grande guru della Mela, quello ti sorride serenamente e scuotendo la testa ti suggerisce di cambiare idee, oppure verrai lobotomizzato. Torni ai tuoi film con QuickTime, al tuo iPhone e alla tua musica con Garage Band... ma un brivido ti corre dietro la schiena.

In sostanza? Volete una morale? Non c'è, dato che è solo un articolo che vorrebbe essere divertente. Ma se proprio devo lasciarvi con un pensiero, ebbene... passate all'open-source, ovunque voi siate!

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