di
Luca Fornaciari

[TELEFILM] Battlestar Galactica - S04E15

Attenzione! Il seguente commento all'episodio contiene SPOILER!

Un pezzo della verità... A poco a poco emerge "the big picture", con l'ultimo cylon rivelato: Ellen. Potrei e forse dovrei farvi il riassunto di questa puntata, ma francamente lo trovo difficilissimo. Potrei iniziare a parlarvi di tutto quello che ho visto, ma non renderebbe l'idea, e per questa volta passo. Passo perchè sono veramente stupito e un po' scosso dall'episodio e dalla sua profondità.
A parte i colpi di scena a raffica (forse ci sarebbero voluti 5 episodi per renderli meno scioccanti!) per bocca del malandato Samuel, il vero picco lirico della puntata è lo scambio di battute tra Ellen Tigh e Cavil.
Creatore e creato si confrontano alla pari, con la creatura che si lamenta della sua natura fallace, delle sue imperfezioni, della sua incapacità di godere dell'Esistenza nella sua universale pienezza; tutto questo innestato nel racconto della storia dei cylon e degli umani, che ripropone il vecchio clichè di una guerra eterna fra il dovere dell'Essere e la sua grande libertà e debolezza, il libero arbitrio. Moore ci propone la storia ben nota di una profonda incomprensione, una solitudine perpetrata troppo a lungo tra un "deus faber" maldestro (o meglio, 5 "dei") ma molto premuroso e con le migliori intenzioni, che per terminare una guerra promette di intervenire sulle Macchine e dargli la dignità dei loro creatori, trasformarli in uomini. Ma i nuovi 8 (otto???) modelli in pelle si rivelano vendicativi e prendono il sopravvento; è forse il libero arbitrio un difetto di fabbricazione intrinseco che tutte le creature hanno? O forse solo il vero Dio può disporne?
Quindi i creatori diventano schiavi delle creature e qui si passa dalla favola alla storia dell'orrore, come se Pinocchio, dopo essere diventato bambino, avesse torturato Geppetto e la Fata Turchina, come effettivamente ha fatto Cavil con Saul; la creatura che mortifica il creatore.
Qualcuno non coglie una persistente eco nietzschiana in tutto questo? Questa crudeltà di Cavil contro i 5, unita alla sua predisposizione naturale per il genocidio, non ci ricorda la scientifica e perversa ideologia dei totalitarismi del 900'? Ricordiamo poi che Cavil, mescolato tra gli umani, faceva il predicatore (lui il più vicino ai suoi creatori parlare di falsi dei)! E in che modo ha confuso il povero Capo Tyrol...

Ma come vedete ho detto tanto, ed è solo metà di quello che vi vorrei dire.
Vi propongo, in lingua originale, questo monologo di Cavil, che rende così bene la frustrazione di essere un entità finita e di carne, ma avere uno spirito che potrebbe accogliere tutte le potenzialità dell'Universo. Bellissimo.

Cavil: Have you ever seen a star supernova? Well, i have. I saw a star explode and send out the building blocks of the universe. Other stars, other planets, and eventually, other life.
A supernova. Creation itself. I was there. I wanted to see it. And be part of the moment.
And you know how i perceived one of the most glorious events in the universe? With these ridiculous gelatinous orbs in my skull. With eyes designed to perceive only a tiny fraction of the em spectrum. With ears designed only to hear vibrations in the air.

Ellen: The five of us designed you to be as human as possible.

Cavil: I don't want to be human! I want to see gamma rays. I want to hear x-rays. And i want to smell dark matter! Do you see the absurdity of what i am? I can't even express these things properly because i have to... i have to conceptualize complex ideas in this stupid limiting spoken language. But i know i want to reach out with something other than these prehensile paws and feel the solar wind of a supernova flowing over me.

I'm a machine. And i could know much more. I could experience so much more. But i'm trapped in this absurd body.

3 comments:

spettacolare!

Luca said...

questo dialogo rappresenta, né più né meno, il punto più alto raggiunto da una discussione fantascientifica; anche lo scambio tra Roy e Deckard in Blade Runner viene annichilito :)

Grande Luca, sono daccordissimo con te: grande momento di cinema!