di
Luca Fornaciari

Iron Man 3 - La recensione



Ho spesso avvicinato il personaggio di Iron Man a quello di James Bond, un protagonista sicuro di sé, affascinante, ricco, vincente e mosso da solidi principi. Nei primi due film abbiamo assistito alla sua auto-celebrazione continua, un elemento che in parte ha reso il personaggio di Tony così amato.

Nel terzo capitolo di Iron Man l'intenzione è stata di scavare sull'identità e le insicurezze dell'uomo sotto la maschera, reso fragile dalla guerra degli Avengers, colpito da continui attacchi di panico, insicurezze, dubbi ed errori. Il nuovo Tony Stark è alla ricerca di un equilibrio perduto, sbilanciato tra l'amore per Pepper e la sua ossessione per le armature, in questo capitolo delle vere e proprie alter ego di Tony.

L'intenzione di mostrare la profonda fragilità di un personaggio che il pubblico ha imparato ad amare per la sua spavalderia è affascinante. Utilizzata non a caso da poco anche in James Bond. Il processo di umanizzazione avvicina Tony allo spettatore, rendendoli più simili, innescando un processo di riconoscimento nelle sue debolezze che caratterizzano un po' tutti noi.

Idea vincente, non c'è dubbio. 
Poi però accade un evento inspiegabile: affidare la regia a Shane Black, reso celebre dalla saga di Arma Letale. Durante la visione il mio amico Roberto mi dice che sembra di guardare Die Hard: un mix urticante di azione, per non dire confusione, e un'ironia comica di fondo che in più occasioni rende imbarazzanti scene che diversamente avrebbero dovuto possedere un denso significato.

La trama specialmente nella seconda parte del film è piena di buchi e pasticciata, con collegamenti e legami deboli. L'esempio perfetto della mancanza di cura è il tradimento del vicepresidente, ricordate? (Grazie Francesca) Quando si capisce che il vicepresidente era partecipe del complotto soltanto inquadrando una bambina, probabilmente sua figlia, con un arto mancante? Senza motivazioni, senza giustificazioni, senza nemmeno un dialogo.

Il finale che ne deriva è un confusionario "Transformers" dove decine di armature combattono decine di uomini potenziati, dove Pepper rischia la morte ma si sottrae alle fiamme camminandoci in mezzo come Terminator (mancava soltanto il tema musicale in sottofondo e sarebbe stato un Inside Joke perfetto) e dove la trama viene completamente meno. 
Ricordate che il villain Aldrich Killian aveva rapito Tony per convincerlo a collaborare con lui? Quanto spazio è stato dato a questa parte fondamentale della storia? Meno di zero.
Sorvolerò sulle scene imbarazzanti del presidente dentro l'armatura e sui video televisivi del terrorista, completamente decontestualizzati e poco chiari nella prima parte del film quando la trama è ancora poco nota.

Nel complesso: ottima la scelta di mostrare le debolezze di Tony, anche facendolo combattere per buona parte del film senza armatura. Pessima la scelta del regista che ha ridicolizzato un film poco articolato e con una trama grezza.
Voto 6

0 comments: